Pandemic fatigue: cos'è e come affrontarla

Non è tristezza, non è stanchezza, non è stress: è un insieme di tutte queste emozioni, ed ha finalmente un nome. È la pandemic fatigue, e ne soffre più della metà degli europei. Lo rende noto l’OMS, che pochi giorni fa si è espressa sull’argomento e ha diffuso delle linee guida per affrontarla nel migliore dei modi possibili.

La prima ondata di Covid 19, che in Italia ha coinciso con l’arrivo della primavera, ha spiazzato la popolazione, travolgendola con mille sensazioni negative ma mettendola in estremo stato di allerta. La fine dell’emergenza, o meglio quella che ci era sembrata tale, ha portato ad un generale rilassamento e ad un forte desiderio di ripartenza. Che si vede ora frustrato dall’arrivo della seconda ondata. Attenzione, avverte l’OMS, perché la sfiducia e la stanchezza legate alla situazione sanitaria potrebbero portare ad un abbassamento della guardia, leggerezze che potrebbero costarci care.

Come si manifesta?

I sintomi sono sotto gli occhi di tutti, e il 60% degli europei sembra averli sperimentati: rabbia, malcontento, irrequietezza, ansia e depressione. La motivazione viene a mancare, in uno scenario in cui l’emergenza sembra non finire mai. “La fatica dovuta alla pandemia è una risposta prevedibile e naturale a uno stato di crisi prolungata della salute pubblica soprattutto perché la gravità e la dimensione dell’epidemia da Covid-19 hanno richiesto un’implementazione di misure invasive con un impatto senza precedenti nel quotidiano di tutti, compreso di chi non è stato direttamente toccato dal virus”, si legge nel documento diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Come si affronta?

Carisa Parrish, esperta della Johns Hopkins University, ha commentato le linee guida dell’OMS, ponendo l’accento sulla necessità di continuare a mettere in atto comportamenti responsabili e orientati al contenimento del contagio. “La chiave è ripetere quel nuovo comportamento finché non diventa un’abitudine. Bisogna accettare questa nuova realtà e adottare le buone abitudini che possono prevenire la Covid-19”.

Importantissimo, ora più che mai, aggrapparsi alla propria routine e concentrarsi sulle azioni quotidiane piuttosto che fantasticare su ciò che potrebbe succedere nel futuro più o meno prossimo. La cura di sé è al primo posto nella lotta alla pandemic fatigue: alimentazione sana e movimento fisico possono avere un impatto estremamente positivo sul nostro umore, perciò non vanno sottovalutati.

Un ruolo di primaria importanza nella lotta allo stress da pandemia lo ricoprono i governi, ai quali l’OMS ha dedicato un’intera sezione del documento pubblicato di recente. L’arma più potente è la comprensione dei cittadini, delle loro istanze e delle motivazioni che li spingono all’azione. Questo permetterà di smorzare rabbia, frustrazione e malcontento, che inevitabilmente hanno preso a serpeggiare tra le fasce meno agiate della popolazione europea. Fondamentali anche la chiarezza e la capacità di adottare misure incisive ma semplici da applicare nella vita quotidiana.


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