Gli italiani, da qualche mese, dormono poco (e male)

È quanto emerge dall’indagine sull’impatto psicologico della pandemia Covid-19 nelle famiglie in Italia, promossa dall’Irccs Giannina Gaslini di Genova e guidata dal neurologo Lino Nobili.

Lo studio si è concentrato sul primo periodo di lockdown, i cui effetti saranno inevitabilmente percepibili anche a mesi di distanza. A rispondere sono state 3.245 famiglie con figli sotto i 18 anni a carico.

Ecco alcuni incredibili risultati:

  • il 65% dei bambini sotto i 6 anni ha avuto, durante il lockdown, problemi comportamentali, irritabilità e ansia da separazione;
  • il 71% dei bambini sopra i 6 anni ha lamentato disturbi del sonno, nervosismo e inquietudine.

Il motivo è facilmente immaginabile: lo stravolgimento delle abitudini quotidiane e la situazione difficile che si respirava a livello nazionale (e mondiale) hanno creato una condizione di stress generalizzato che ha influito in maniera importante sulla psiche dei ragazzi ma anche su quella dei loro genitori.

Il rapporto tra stress dei genitori e disturbi del sonno e problemi comportamentali nei figli è stato evidenziato dagli esperti, che vedono una strettissima correlazione tra la quotidianità scombussolata dei genitori e quella dei figli, soprattutto quelli più piccoli.

Come riporta la Repubblica, che sul tema ha intervistato il direttore generale del Gaslini Paolo Petralia, “nei bambini e adolescenti (età 6-18 anni) i disturbi più frequenti hanno interessato la componente somatica (disturbi d’ansia e somatoformi come la sensazione di mancanza d’aria) e i disturbi del sonno (difficoltà di addormentamento e di risveglio per iniziare le lezioni per via telematica a casa). In particolare, in questa popolazione è stata osservata una significativa alterazione del ritmo del sonno con tendenza al ‘ritardo di fase’ (adolescenti che vanno a letto molto più tardi e non riescono a svegliarsi al mattino), come in una sorta di ‘jet lag’ domestico. In questa popolazione di più grandi è stata inoltre riscontrata una aumentata instabilità emotiva con irritabilità e cambiamenti del tono dell’umore.”

Tornare (lentamente) alla normalità

Non possiamo pretendere che questa vasta gamma di disturbi scompaia per magia con la fine delle misure contenitive. Gli strascichi dell’evento stressante, che si è protratto per mesi, non potranno che manifestarsi ancora per mesi, in alcuni casi addirittura per anni. Questo, però, non deve spaventarci né tantomeno far temere per le capacità di adattamento dei bambini e dei ragazzi. I quali possono essere lentamente riportati alla normalità, come consiglia l’Aims, l’Associazione italiana di medicina del sonno. L’istituto, vista la particolarità della situazione, negli scorsi mesi ha attivato anche un punto di ascolto per cercare di capire come aiutare chi sente di aver cambiato il proprio sonno.

Secondo il professor Giuseppe Plazzi, presidente dell'Aims e docente di neurologia all'Università di Bologna, “per il ritorno alla normalità bisognerebbe attenersi a un ritmo di vita il più vicino possibile a quello di una fase normale. Non bisogna fare troppo tardi la sera, non dormire troppo la mattina e fare un sonnellino ristoratore durante il giorno, con una durata tra i 15 e i 20 minuti. Bisogna poi far coincidere questo ritmo con un’alimentazione equilibrata".

Hai avuto problemi di insonnia o disturbi del sonno durante e dopo il lockdown? Se sì, come li hai affrontati? Raccontacelo nei commenti.


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