Elezioni regionali 2020: i risultati

Quasi tutte le sezioni sono state scrutinate in entrambe le regioni interessate: il quadro che già si andava delineando nella tarda serata di ieri si fa ormai definitivo. Nonostante l’agguerritissima campagna elettorale che Salvini ha portato avanti nei giorni scorsi per sostenere la candidata leghista Borgonzoni, l’Emilia Romagna gli ha detto no, privilegiando il candidato del PD Stefano Bonaccini. Diversa la risposta calabrese, che sceglie la Santelli di Forza Italia e riserva un tiepido 30% al centrosinistra di Callipo.

Spazzato via il Movimento 5 Stelle, che in tutte e due le regioni non riesce a raccogliere più del 7% dei voti.

Il dato più interessante di queste elezioni, al di là dei risultati sui quali comunque non si avevano certezze, è quello dell’affluenza. In Emilia Romagna, a differenza della Calabria che mantiene un 44% di affluenza pressocché identico a quello delle scorse elezioni, c’è stata una vera e propria corsa alle urne. Se le votazioni precedenti erano riuscite a muovere solo il 38% dei votanti, questa volta ha detto la propria opinione un clamoroso 67,7%. L’Istituto di studi e ricerche Cattaneo di Bologna vede un parallelismo tra questo dato e le performance del centrosinistra alle ultime elezioni europee. I Comuni con più votanti sono quelli che hanno ottenuto i migliori risultati nelle scorse votazioni per l’Europa. Confutati, dunque, i dubbi di chi a inizio giornata sosteneva che più votanti avrebbe significato vittoria certa per il centrodestra.

Una parola che in queste ore è sulla bocca di tutti è Sardine. L’effetto Sardine, come è stato denominato il fenomeno per cui l’Emilia Romagna ha deciso infine di dire no alla propaganda leghista. Quanto le ultime mobilitazioni abbiano influito sulle intenzioni di voto dei cittadini non è ovviamente dato saperlo. Come però riporta anche Il Sole 24 Ore, “le Sardine, che hanno fatto una bandiera della loro opposizione al populismo, al sovranismo e al razzismo, rivendicano l’affluenza boom, frutto della costante mobilitazione.”

Sulla pagina Facebook delle 6000 Sardine è apparso un commento che non lascia spazio ad equivoci: “C'è chi dice che siano i gesti folli a cambiare il corso della storia, ma noi preferiamo pensare che siano i gesti ordinari a cambiare il mondo in cui viviamo.” Il movimento neonato rivendica quindi a pieno titolo la paternità di questi risultati.

Non è mancata la replica di Matteo Salvini, che a mezzanotte si è mostrato alle telecamere sereno e propositivo. “Non mi sento sconfitto, si vince e si perde. Ma se perdo sono ugualmente felice, anzi: lavoro il doppio. Dovranno aspettare i prossimi vent’anni per vedermi stanco”. Ha inoltre specificato che il popolo ha sempre ragione e che non si permetterebbe mai di dire che la gente non capisce niente a seconda di come vota. A dargli soddisfazione, comunque, il dato dell’affluenza. Che anche il leader leghista rivendica. Parla inoltre di emozione, per il fatto di aver combattuto ad armi pari contro una sinistra che, in Emilia Romagna, era considerata inespugnabile. “Avere una partita aperta, è già questa una emozione: che dopo settant’anni ci sia stata una partita, è già questa una emozione”.

Cala così il sipario su delle elezioni che, seppur regionali, hanno tenuto l’intero Paese col fiato sospeso per l’inevitabile peso che avrebbero avuto sulle sorti del governo in carica.


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