Buoni propositi? Se li conosci... li eviti!

Mentre quest’anno difficile volge al termine, ci sono moltissime preoccupazioni che gravano su tutti noi. Per la prima volta dopo anni di relativa serenità, la lista dei buoni propositi per l’anno nuovo sembra l’ultimo dei problemi da affrontare. Eppure, alla fine di un anno che moltissimi ritengono da cancellare, la voglia di riscatto è tanta. Le speranze riposte nel 2021 sono moltissime, e i traguardi da raggiungere ancora di più, in considerazione di tutto quello che si è dovuto lasciare indietro.

Molti buoni propositi, però, sono notoriamente destinati a rimanere scritti su un foglio e dimenticati in un cassetto. La seconda metà di gennaio vede schiantarsi sul muro della routine la maggior parte delle buone abitudini che si cerca faticosamente di introdurre nella propria vita. Perché non abbiamo ancora imparato a scrivere una lista di buoni propositi e a rispettarla? Che il problema sia proprio nell’espressione “buoni propositi”?

Perché i buoni propositi non funzionano

Chi scrive una lista di buoni propositi lo fa perché ci crede. Ci crede tanto, fermamente, perché sa di avere le capacità di cambiare e migliorare. Un giorno. Ecco individuato il primo problema. Riponiamo una sconfinata (e sicuramente eccessiva) fiducia nell’io del domani, nella persona che potremo essere a partire dal primo gennaio, giorno al quale pensiamo come ad una specie di rinascita, di rinnovamento. La verità, più spesso, è che ci arriviamo assonnati e con i postumi di una bevuta di troppo.

Cosa ci fa pensare che, se fino al 31 dicembre siamo stati pigri ed indisciplinati, lo scattare del nuovo anno ci renda monaci zen con una disciplina di ferro?

Un altro problema sta nella stesura stessa della lista, e in come la scriviamo. Spesso rimaniamo volutamente vaghi sui traguardi che vogliamo raggiungere, esageriamo l’entità del miglioramento da apportare nella nostra vita o pensiamo più a quello che vogliamo evitare che a ciò che dobbiamo fare. Un errore, ad esempio, è formulare la lista in negativo: “non guarderò la televisione, non mi distrarrò sui social, non mangerò cibo spazzatura etc.”. Il cervello, però, è ormai stato ampiamente dimostrato, non capisce la negazione e si concentra solo su ciò che viene dopo. Un po’ come il famosissimo esempio della frase “non pensare ad un elefante”. Reso l’idea?

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Come scrivere una lista di (non) buoni propositi efficace

Ci meritiamo di guardare all’anno nuovo con un po’ di speranza, perciò anche alla fine di questo anno tempestoso prendiamoci un po’ di tempo per raccogliere le idee e proiettarci in un nuovo capitolo della nostra vita, magari migliore di quello in conclusione.

  • Guardiamoci nel profondo per capire cosa vogliamo davvero. “Non c'è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”, e se lo diceva Seneca c’è da crederci. Pensiamo all’anno appena trascorso e, al netto delle emergenze che ci hanno colpiti, cerchiamo di individuare i comportamenti che ci hanno fatti progredire e quelli che ci hanno danneggiati. Solo così potremo capire cosa lasciare nell’anno vecchio e cosa portare con noi in quello nuovo, magari aggiungendo una marcia in più per dare uno sprint al nostro miglioramento.
  • Cosa è davvero importante per noi? La dieta è il buon proposito principe di quasi tutti gli italiani, ma è davvero necessaria, e soprattutto la facciamo per noi o per gli altri? Troppo spesso ciò che mettiamo in lista non è quello che davvero può migliorare la nostra vita o avvicinarci al raggiungimento dei nostri obiettivi, ma quello che più si avvicina agli standard della moda del momento o a ciò che gli altri ritengono giusto. Correre la corsa di qualcun altro è il modo più efficace per non arrivare mai.
  • Obiettivi, non propositi. Secondo la Treccani il sinonimo più calzante di “proposito” è “intenzione”, e l’intenzione “può indicare semplicemente il proposito e il desiderio di raggiungere il fine, senza una volontà chiaramente determinata e senza la corrispondente deliberazione di operare per conseguirlo”. C’è bisogno di altro per convincerci che scrivere semplicemente dei buoni propositi non è una buona idea?
  • Gli obiettivi SMART vincono sui buoni propositi. Il lessico aziendale ci insegna che un modo efficace per settare degli obiettivi è tenere a mente l’acronimo SMART. Nella prossima lista che scriveremo alla fine di quest’anno accertiamoci però che i nostri obiettivi siano:
    1. specifici;
    2. misurabili;
    3. raggiungibili (la A sta per Achievable);
    4. temporizzabili.
  • Facciamo un check periodico. Molto spesso alla fine di gennaio, un mese lungo e impegnativo, non ricordiamo nemmeno cosa abbiamo scritto in lista un mese prima. Una buona abitudine può essere perciò quella di segnare in agenda degli appuntamenti periodici nei quali domandarci quali obiettivi stiamo ancora inseguendo e quali azioni concrete stiamo facendo per raggiungerli.

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  • Premiamoci. La vita non è una gara nè una corsa, la cosa più importante è viverla in ogni suo attimo e sfaccettatura, accettando il bello e il brutto e restando fermamente ancorati nel presente. Perciò, quando ci impegniamo per fare del nostro meglio e raggiungiamo obiettivi anche minimi, concediamoci un bel premio a nostra scelta. Piccole gratificazioni per piccole vittorie, ma la vita non è forse fatta essa stessa di piccole cose?

Se ti va, condividi la tua lista di buoni propositi con noi. Scrivila nei commenti!


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